#001: L'ansia a Milano
Buongiorno a tutti! Come vi avevo detto nell’ultimo post il
10 settembre, cioè ieri, avevo l’appuntamento per il colloquio di selezione
della WEP.
Io e mia madre siamo arrivate a Milano alle 11:45, abbiamo
preso la metropolitana dalla stazione a Moscova e dopo aver fatto una
passeggiata in zona e aver pranzato in un ristorante/pub bellissimo (la foto
del mio pranzo la trovate sotto lol), ci siamo dirette alla sede dell’associazione.
Ve lo dico: adoro quel posto. E’ un sacco spazioso, moderno e il personale è
disponibile; è sempre un piacere andarci! Appena sono arrivata mia madre è
andata via e mentre aspettavo ho scambiato
qualche parola con una ragazza che aveva finito i colloqui e dovrebbe partire
per l’annuale in Sudafrica, spero di avere l’occasione di rivederla perché era
tenerissima! Dopo qualche minuto la ragazza che mi aveva fatto entrare mi ha
fatto compilare dei fogli con i miei dati personali, la famosa lista degli
aggettivi e altre informazioni riguardo me stessa e le preferenze per la host
family. Poi ho aspettato qualche minuto e la stessa ragazza di prima mi ha
fatto accomodare in una stanzetta per lo SLEP test, che è del tutto diverso da
come l’avevo immaginato. E’ diviso in due parti: listening e reading. Per la
listening avevo a disposizione un iPod, mentre il reading era in un
fascicoletto. Secondo la mia opinione è stato parecchio facile, specialmente la
prima parte; nella seconda ho fatto un po’ di casino in una sezione, ma niente
di che. Non serve avere 10 in inglese per passarlo, ecco. Ho anche finito prima
dei 90 minuti a disposizione e sono stata lì una mezz’oretta ad aspettare, in
cui ho ricontrollato un po’ la parte del reading e ho cercato di calmarmi in
vista dei colloqui orali per cui ero parecchio in ansia.
Terminato il tempo la
ragazza è venuta a chiamarmi e dopo aver aspettato ancora qualche minuto nell’ingresso,
mi ha chiamato un’altra donna (scusate se sto così sul generale ma non so i loro
nomi :/) che mi ha condotto in una
stanza, diversa da quella di prima. Mi ha fatto accomodare e dopo aver cercato
i fogli che avevo compilato all’inizio (che non ha trovato) si è seduta e mi ha
detto: “How are you?” con un sorriso a 32 denti. Panico. Ero convintissima che
fosse la psicologa e mi ci è voluto
qualche secondo per realizzare e risponderle in inglese, però alla fine non penso
di avere detto grandi cavolate. La mia pronuncia è terribile e a causa dell’agitazione
a volte mi tremava un po’ la voce ma non ho risposto a monosillabi e anche in
modo piuttosto sensato, quindi thumbs up per me. Tra l’altro quella ragazza era
molto simpatica e mi ha fatto sentire a mio agio, thumbs up anche per lei.
Poi è stata la volta della psicologa, questa volta non ho
neanche dovuto aspettare perché mi hanno fatto direttamente andare nella stanza
dove riceveva lei. Mi ha detto come si chiamava ma non me lo ricordo, oops. Questa
è stata la parte del colloquio dove ho fatto più fatica. Tolto il fatto che c’era
il sole che mi picchiava addosso, stavo ancora pensando in inglese e non mi
venivano alcune parole, a contrario del colloquio precedente non mi sono
sentita per niente a mio agio. Mi è sembrato che invece di rassicurarmi mi
pressasse; capisco il dover mettermi davanti tutti i fattori che dovrò
considerare quando dovrò partire (se partirò), però avrebbe potuto essere un
poco più ottimista e socievole. Vabbè, comunque anche qua non penso di aver detto
cose che potrebbero non farmi passare ma non si sa mai e nei prossimi dieci
giorni sarà il mio pensiero fisso. Speriamo bene!
Dopo quest’ultimo colloquio sono uscita dalla sede, ho
incontrato mia madre alla fermata della metro di Moscova e siamo andate da
Brandy Melville, che sta nella stessa via della sede della WEP e dove ho
comprato un astuccio bello bello per la scuola e un nastro per capelli della
stessa fantasia. Quando ero in fila per pagare avevo davanti la sorella di
Belen Rodriguez, Cecilia; primo “incontro” con una persona famosa: checked. Non
sarà ‘sto gran personaggio ma mi sono esaltata un sacco lol. Quindi siamo
tornate alla stazione centrale, ho preso un gelato e siamo tornate a casa.
Mentre ero schiacciata come una sardina nel regionale ho
pensato a quello che succederebbe nei prossimi mesi se la WEP mi prendesse e
inutile dire che spero con tutto il cuore che lo facciano. Anche se a volte
penso “ma chi me l’ha fatto fare” o cose del genere, so che questa è una grande
opportunità e sono fiera di me per non aver abbandonato questo sogno e per il
fatto che sto provando a realizzarlo. Alla prossima!
P.S. un saluto agli “exchange più simpy” (Vit, Ele, Cris,
Chia, Jaco, Pao e Gre) ci sta tutto! Sono felicissima di aver avuto la
possibilità di conoscervi, vvb ♥
Labels: exchange year, italia, selezioni, wep
#001: L'ansia a Milano
Buongiorno a tutti! Come vi avevo detto nell’ultimo post il
10 settembre, cioè ieri, avevo l’appuntamento per il colloquio di selezione
della WEP.
Io e mia madre siamo arrivate a Milano alle 11:45, abbiamo
preso la metropolitana dalla stazione a Moscova e dopo aver fatto una
passeggiata in zona e aver pranzato in un ristorante/pub bellissimo (la foto
del mio pranzo la trovate sotto lol), ci siamo dirette alla sede dell’associazione.
Ve lo dico: adoro quel posto. E’ un sacco spazioso, moderno e il personale è
disponibile; è sempre un piacere andarci! Appena sono arrivata mia madre è
andata via e mentre aspettavo ho scambiato
qualche parola con una ragazza che aveva finito i colloqui e dovrebbe partire
per l’annuale in Sudafrica, spero di avere l’occasione di rivederla perché era
tenerissima! Dopo qualche minuto la ragazza che mi aveva fatto entrare mi ha
fatto compilare dei fogli con i miei dati personali, la famosa lista degli
aggettivi e altre informazioni riguardo me stessa e le preferenze per la host
family. Poi ho aspettato qualche minuto e la stessa ragazza di prima mi ha
fatto accomodare in una stanzetta per lo SLEP test, che è del tutto diverso da
come l’avevo immaginato. E’ diviso in due parti: listening e reading. Per la
listening avevo a disposizione un iPod, mentre il reading era in un
fascicoletto. Secondo la mia opinione è stato parecchio facile, specialmente la
prima parte; nella seconda ho fatto un po’ di casino in una sezione, ma niente
di che. Non serve avere 10 in inglese per passarlo, ecco. Ho anche finito prima
dei 90 minuti a disposizione e sono stata lì una mezz’oretta ad aspettare, in
cui ho ricontrollato un po’ la parte del reading e ho cercato di calmarmi in
vista dei colloqui orali per cui ero parecchio in ansia.
Terminato il tempo la
ragazza è venuta a chiamarmi e dopo aver aspettato ancora qualche minuto nell’ingresso,
mi ha chiamato un’altra donna (scusate se sto così sul generale ma non so i loro
nomi :/) che mi ha condotto in una
stanza, diversa da quella di prima. Mi ha fatto accomodare e dopo aver cercato
i fogli che avevo compilato all’inizio (che non ha trovato) si è seduta e mi ha
detto: “How are you?” con un sorriso a 32 denti. Panico. Ero convintissima che
fosse la psicologa e mi ci è voluto
qualche secondo per realizzare e risponderle in inglese, però alla fine non penso
di avere detto grandi cavolate. La mia pronuncia è terribile e a causa dell’agitazione
a volte mi tremava un po’ la voce ma non ho risposto a monosillabi e anche in
modo piuttosto sensato, quindi thumbs up per me. Tra l’altro quella ragazza era
molto simpatica e mi ha fatto sentire a mio agio, thumbs up anche per lei.
Poi è stata la volta della psicologa, questa volta non ho
neanche dovuto aspettare perché mi hanno fatto direttamente andare nella stanza
dove riceveva lei. Mi ha detto come si chiamava ma non me lo ricordo, oops. Questa
è stata la parte del colloquio dove ho fatto più fatica. Tolto il fatto che c’era
il sole che mi picchiava addosso, stavo ancora pensando in inglese e non mi
venivano alcune parole, a contrario del colloquio precedente non mi sono
sentita per niente a mio agio. Mi è sembrato che invece di rassicurarmi mi
pressasse; capisco il dover mettermi davanti tutti i fattori che dovrò
considerare quando dovrò partire (se partirò), però avrebbe potuto essere un
poco più ottimista e socievole. Vabbè, comunque anche qua non penso di aver detto
cose che potrebbero non farmi passare ma non si sa mai e nei prossimi dieci
giorni sarà il mio pensiero fisso. Speriamo bene!
Dopo quest’ultimo colloquio sono uscita dalla sede, ho
incontrato mia madre alla fermata della metro di Moscova e siamo andate da
Brandy Melville, che sta nella stessa via della sede della WEP e dove ho
comprato un astuccio bello bello per la scuola e un nastro per capelli della
stessa fantasia. Quando ero in fila per pagare avevo davanti la sorella di
Belen Rodriguez, Cecilia; primo “incontro” con una persona famosa: checked. Non
sarà ‘sto gran personaggio ma mi sono esaltata un sacco lol. Quindi siamo
tornate alla stazione centrale, ho preso un gelato e siamo tornate a casa.
Mentre ero schiacciata come una sardina nel regionale ho
pensato a quello che succederebbe nei prossimi mesi se la WEP mi prendesse e
inutile dire che spero con tutto il cuore che lo facciano. Anche se a volte
penso “ma chi me l’ha fatto fare” o cose del genere, so che questa è una grande
opportunità e sono fiera di me per non aver abbandonato questo sogno e per il
fatto che sto provando a realizzarlo. Alla prossima!
P.S. un saluto agli “exchange più simpy” (Vit, Ele, Cris,
Chia, Jaco, Pao e Gre) ci sta tutto! Sono felicissima di aver avuto la
possibilità di conoscervi, vvb ♥
Labels: exchange year, italia, selezioni, wep